lunedì 24 novembre 2008

Jean Markale, le vieux druide (Why Does My Heart Feel So Bad)


Non avevo idea che fosse lì, una sera d’estate qualunque a Rennes-Les-Bains e, sinceramente, non credevo nemmeno potesse essere davvero lui anche se la sua immagine, sbirciata su Intenet, rivelava i tratti arcaici del Druido che mi sembrava di scorgere in quel momento. Incorniciato dall’inseparabile nuvola di capelli bianchi, infilato dentro una giacca bianca troppo grande, esile come la scia di fumo di sigaretta che usciva dalla sua bocca, camminava lentamente sul lato opposto della Grand Rue, talmente minuto e latteo da sembrare una visione: un antico sacerdote delle radure capitato per sbaglio nelle strade del paese. Ho alcune foto della sua conferenza nel giardino di Villa Bethania in quell'estate del 2006, mosse per l’emozione che i suoi racconti sapevano infondere, buie per rispetto ma anche per paura che con un lampo di flash potesse sparire, come un’illusione.


giovedì 20 novembre 2008

La Tour Magdala (Innocent when you dream)










L’ effetto “Smoke” è praticamente l’azione compulsiva che mi prende all’arrivo a RLC alla vista della Tour Magdala. Nell’introspettivo e bellissimo film del 1995, si vede il protagonista Auggie scattare ogni mattina alla stessa ora, una foto con l’identica inquadratura fuori dalla sua tabaccheria tra la Settima Avenue e la Terza Strada a Brooklin. La costernazione di chi viene invitato ad osservare le foto è lampante: è un doppione noioso moltiplicato all’infinito, fino a che Auggie suggerisce di soffermarsi sui particolari fino ad allora ignorati… e ti senti improvvisamente un po’ come lo stolto che guarda il dito che indica la luna. Ad un’indagine più attenta, nelle centinaia di scatti superficialmente sempre uguali, il dettaglio è sempre difforme e accende immediatamente il ricordo di ‘quel’ preciso momento: la gente che passa è differente, le vetture al semaforo cambiano, il clima muta e le stagioni si avvicendano. Una genialata. Con questo spirito riguardo spesso e volentieri le foto della Torre che ingombrano la memoria del mio PC; Lei è sempre la stessa ma, se guardi bene, c’è ottobre con la nebbia, settembre al tramonto, la canicola di agosto, le ginestre di maggio, la lavanda di luglio… Non ho mai, però, il coraggio di Auggie di mostrarle tutte ad alcuno per non vedere la stessa costernazione del film sulla faccia di chi le guarda… Stolti. E’ una collezione di attimi irripetibili, un multiplo alla Andy Warhol la cui visione è simile ma profondamente differente. Emotivamente differente.


domenica 16 novembre 2008

La torta di Asmodeo - Devil's cake (Viens!)


Il termine “Deviled” per indicare alimenti piccanti o speziati, risale al XVIII secolo. In italiano traduciamo la parola con: ‘alla diavola’ locuzione che non rende quel certo non so che di peccaminoso e tentatore del concetto anglosassone che include anche cibi scuri come quelli cucinati, per esempio, con il cacao. Le torte al cioccolato sono quindi chiamate “Torte del Diavolo” sia per il loro irresistibile richiamo goloso che per il loro aspetto scuro e gli ingredienti ricchi e stimolanti. Una vera tentazione. Poteva mancarne una dedicata al nostro affascinante Asmodeo? No di certo. Preparate per l’impasto 170 gr. di zucchero di canna, 110 gr. di cioccolato fondente tritato, 125 gr. di panna acida (o crema di latte), 300 gr di farina 00, un pizzico di sale, 3 cucchiai di cacao amaro, 1 cucchiaino di bicarbonato di sodio, 120 gr. di burro, 200 gr. di zucchero, 2 uova, 1 cucchiaino di estratto di vaniglia e 175 ml. di acqua. Per la glassa e la farcitura: 150 gr. di cioccolato fondente, 150 gr. cioccolato al latte e 225 ml. di panna acida (o crema di latte). Far sciogliere a fuoco molto basso lo zucchero con il cioccolato fondente tritato e la panna acida (o crema di latte). Una volta amalgamati gli ingredienti, toglierli dal fuoco e lasciarli riposare fino al momento dell’utilizzo. Setacciare insieme la farina, il cacao e il bicarbonato e metterli da parte. Lavorare ora lo zucchero con il burro fino ad ottenere la classica crema liscia e spumosa. Aggiungere l’estratto di vaniglia e, sempre mescolando, incorporare uno alla volta i tuorli d’uovo. Aggiungere il composto di farina un solo cucchiaio alla volta, mescolando bene prima di aggiungerne un altro, alternandolo con l’acqua. Montare gli albumi a neve ed unirli al composto lentamente, con un movimento dal basso verso l’alto. Prendere due teglie tonde di 23 cm. (meglio stampi a cerniera) foderarli con carta da forno e dividervi in parti uguali il composto. Infornare per 30 minuti a 180°. Una volta cotti, toglierli dallo stampo e lasciarli raffreddare completamente. Sciogliere a bagnomaria il cioccolato al latte e quello fondente, toglierli dal fuoco quando saranno completamente sciolti e amalgamarvi la panna. Lasciate riposare il tutto fino a che diventerà più densa e facilmente spalmabile. Coprire un disco con l’impasto della farcitura, appoggiarci sopra l’altro disco e colarci sopra la restante glassa fino a ricoprirlo interamente. Peccate tranquillamente da soli o in compagnia più volte al giorno.


venerdì 14 novembre 2008

Di ritorno da Colliure.... (How Can You Mend A Broken Heart?)


... il sole imprigionato tutto il giorno dentro una nuvola grigia si ribella e accende l'orizzonte con un lampo. Nella vallata sotto le mura di Queribus tutto è silenzio.