venerdì 29 febbraio 2008

Vergine incinta di Cucugnan (Il sogno di Maria)


Rennes le Château di solito si presenta fiorita e profumata all'incontro con chi approfitta del bel ponte del 2 giugno per visitarla. Io questa volta vi consiglio, se ne avete il tempo, di spingervi ancora qualche chilometro a sud per trovare all'ombra della fortezza di Queribus ed adagiato tra i vigneti delle Corbières, il villaggio di Cucugnan. Reso famoso da Daudet che ne immortala il curato Ruffie in un racconto tra le pagine della sua opera: "Lettere dal mio mulino", Cucugnan cela un piccolo gioiello che merita, secondo me, una sosta: una piccola, rara statua, che raffigura la Madonna incinta. Potete lasciare la macchina nei pressi del mulino d'Omer che torreggia all'inizio del paese e dopo pochi passi troverete la piccola chiesetta, interamente ricostruita nel 1860 ma sorta sopra un antico edificio carolingio, dedicata a Saint Julien et Sainte Basilisse. La chiesa ospita un'interessante quanto inusuale mostra fotografica permanente dedicata alle "Vierges enceintes" ovvero le Madonne incinte. Bandite dal concilio di Trento tenutosi verso la metà del 1500, che proibiva l'esposizione nelle chiese di immagini "inconsuete", le vergini incinte vennero quasi totalmente distrutte tant'è vero che ne rimangono pochissimi esemplari; in Francia se ne contano circa una dozzina. Madonne dallo sguardo greve, Madonne coricate, una tutta scura e matronale sembra rappresentare ancora una volta il culto alla madre terra… niente a che fare con la statua in legno policromo della fine del XVII secolo che dimora stabilmente a Cucugnan. Questa donna, anzi, una fanciulla, delicata e fragile è alle prese con una familiare rotondità che infonde, nello sguardo dei visitatori, un'indicibile tenerezza. Impossibile non rimanere affascinati dalla solarità che emana questa statua, dalla dolcezza che traspare dai suoi occhi, dalla felicità che denunciano le labbra delicate e piegate all'insù. I suoi piedi poggiano su di una falce di luna simbolo di fertilità e ancestrale legame con Iside, dea, sposa e madre. Ma quei capelli sciolti senza il velo, quelle guance tonde e quel vestito dorato a me hanno fatto improvvisamente sorridere. "E sì, - mi sono detta- mi ricorda qualcosa, una figura quasi identica ma senza sorriso, inginocchiata sotto l'altare di Rennes le Château: la Maddalena di Saunière.


giovedì 28 febbraio 2008

Segnali (Country Road)

Ci sono dei momenti in cui ti sembra di non poter fare a meno di partire. Arrivano dei segnali inequivocabili che sembrano chiamarti irresistibilmente verso un luogo.

Così, se accanto alla vostra trovate una macchina con questa targa, voi che fareste?



mercoledì 27 febbraio 2008

Innamorata dell'Aude (Somewhere Over the Rainbow)


Quando vedo il profilo dei Pirenei, che circondano come un diadema la collina della cittadella di Rennes-le-Château, mi sento finalmente a casa… Respiro l’aria frizzante che odora sempre un po’ di legna bruciata, socchiudo gli occhi mentre mi godo il tramonto dal belvedere e non importa se c’è il sole o se ci sono nuvoloni minacciosi: io sto sempre bene qui.
C’è quasi sempre vento e se ti lasci andare hai l’impressione che qualcuno ti abbracci e ti dondoli coccolandoti.
Mi piace appoggiarmi alla Torre Magdala, guardarla da sotto in su, lasciarmi affascinare dal suo mistero. Mi piace passeggiare vicino alla cancellata del giardino di Saunière, sbirciare tra le sbarre che difendono il giardino, camminare tra le stradine strette quando non c’è nessuno.
In chiesa mi siedo sempre sulla pedana di fronte ad Asmodeo (…ma quante foto gli ho fatto?) poi mi guardo in giro, ogni volta mi sembra di scorgere un nuovo dettaglio che accompagnerà una nuova cerca tra i boschi di queste colline. All’esterno della chiesa, tra le aiuole, ci trovi sempre qualche gatto affettuoso che ti ruba qualche carezza e poi se ne va via, quando già credevi di essertelo fatto amico.
Il mio preferito si chiama Caramel ed è rosso come la terra di queste montagne. Se hai la fortuna di godere di una notte stellata, qui ti sembra di avere il cielo più grande. Non puoi fare a meno di sdraiarti per terra e farti rapire dall’eternità. Ecco le due orse che si fronteggiano nel firmamento: come in cielo così in terra… anche qui sotto i due carri da sempre si fanno compagnia.
Rhedae, il nome antico delle due Rennes forse significa carro. Tra loro la costellazione del Draco, il serpente… non pensate anche voi al Serpent Rouge?
E Callisto, trasformata nell’orsa maggiore, non è sua la tomba vuota dell’Arcadia?
E’ a lei che fa riferimento Poussin quando ritrae quella che sembra la tomba di Les Pontils?
E suo figlio Artus è il nostro Artù della cerca del Graal?
E come è davvero il Graal? Sarà la mia pietra che si illumina o la coppa dei più romantici?
Se non stai attento rischi di passare tutta la notte con la testa persa tra le nuvole e i miti, le certezze e i dubbi...
Ora ne sono certa: sono entrata nel sentiero della Cerca.