L’intrigante titolo del Daily Telegraph e del Daily Mirror: “Ritrovato chiodo della crocifissione di Cristo?” ha riportato alla ribalta tutto il fascino che il monastico ordine dei cavalieri Templari porta da sempre con se.
A pochi metri dal porto di Funchal sull’isola di Madera, su quello che sembra poco più di uno scoglio conosciuto con il nome di Ilhéu da Pontinha, gli scavi del forte San José nell’estate del 2009 hanno portato alla luce un chiodo la cui conformazione farebbe pensare, secondo le testate inglesi, che si tratti di un chiodo della crocifissione di Gesù.
Il chiodo, leggiamo nell’articolo, sembra essere stato ritrovato in una tomba Templare all’interno del forte, custodito dentro uno scrigno proprio come una reliquia ma, come molte altre, sarebbe stata probabilmente destinata ad essere annoverata tra le decine evidentemente false che circolavano nel medioevo, se tutta la notizia non fosse stata confutata dall’archeologo responsabile degli scavi a Madera signor Elvio Duarte Martins Sousa del Centro de Estudos de Arqueologia Moderma e Contemporânea. L’archeologo ha definito fantasiosa l’intera faccenda, ribadendo che non c’erano scheletri, né reliquie Templari, né manufatti romani. Smentita che ha avuto, naturalmente, molto meno risonanza degli articoli britannici.
Non è sfuggito a molti che l’intero episodio riportato dai tabloid inglesi ricalca fedelmente la trama di un film di qualche anno fa, piuttosto famoso tra i cultori del mito di Rennes le Château: Revelation del regista Stuart Urban (2001).
Non racconterò per filo e per segno la trama, diciamo solo che, forse sull’onda dello scalpore che suscitò la clonazione della pecora Dolly (1996), da alcune tracce di sangue lasciate sul chiodo della croce ritrovato in un cofanetto, tra Templari, Ebrei, Rennes-le- Château, alchimia e mistica, nel film di Stuart Urban si dà vita a un clone di Gesù.
Un miracoloso fatto di preveggenza da parte del regista o un più misero fatto di cronaca sensazionalistica che si basa evidentemente su quella trama?
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