giovedì 10 settembre 2009

BURLESQUE.

La vera storia di Bigou, Gelis, Gaudì e i cavalieri dal saio nero.
Cronaca di un sogno dettato da una cena pesante ovvero: L'hypnodigestomachia Cassölis.

Prima della sua fuga a Sabadell, Bigou si rivolse al visconte Chefdebien d’Agrefeuille Cavaliere di Malta e Gran Maestro della Loggia dei Filadelfi di Narbona per consegnare loro quanto ricevuto tra mille ripensamenti dalla marchesa Marie de Negre vedova Hautpoul. I documenti relativi alla loro ricerca sulla ‘Parola perduta’ erano stati gelosamente custoditi dalla famiglia Hautpoul [ che li aveva ricevuti cinque secoli prima dagli Haupold, ramo teutonico appartenente ai cavalieri dalla croce bianca in campo nero, che li avevano sottratti ai cavalieri dalla croce rossa in campo bianco ma questa è un’altra storia…] fino all’estinzione del loro ramo a Rennes le Château nel 1739, quando muore in giovanissima età l’unico figlio maschio di François d'Hautpoul. In cambio del preziosissimo documento Bigou ottenne dai Cavalieri di Malta (di cui facevano parte il visconte e il di lui figlio Marchese Francois Chefdebien de Saint Amand) un discreto ‘tesoretto’ che preferì nascondere in un sotterraneo nascosto del castello degli Hautpoul, raggiungibile anche dalla cripta della chiesa (sperando naturalmente in un vicino ritorno) e la protezione necessaria per oltrepassare il confine, ponendosi finalmente in salvo nella cattolicissima Spagna. Prima di partire, Bigou lasciò comunque nella chiesa della Maddalena le informazioni necessarie per trovare sia il gruzzolo che una parte segreta del documento che, non fidandosi eccessivamente, aveva tenuto celato ai Narbonesi.
Nel gennaio del 1891 Alfred Sauniere, su indicazioni del fratello Berengèr che aveva trovato durante gli scavi nella chiesetta alcune indicazioni su questa storia, sottrae molto incoscientemente alla famiglia dei Chefdebien il documento, attirando le ire della Loggia del Rito Primitivo su tutto l’Aude. Sauniere si rende subito conto dell’importanza delle carte ottenute e chiede consiglio al superiore della Loggia Martinista del Razes: Antoine Gelis il quale, in quel periodo, rivestiva il grado sacerdotale di Superiore Incognito. Nel settembre del 1891 Gelis lo convinse a cedere il prezioso documento in cambio di una cospicua somma, che permise l’avvio in pompa magna dei lavori a Rennes le Château alla ricerca del documento mancante. Ma negli anni seguenti mal gliene incolse a tutti quelli che presero parte a questo complotto. Primo fra tutti a pagarne le conseguenze fu Gelis.

Abbondantemente sovvenzionato da fondi in arrivo da Lione e più esattamente dal Willermoz (a cui Gelis aveva consegnato il documento) affinché proseguissero i lavori di ricerca nel paese di Saunière, minacciato a più riprese dai Narbonesi per la riconsegna di quanto loro sottratto da Alfred, Gelis resistette alla pressione di entrambi fino all’autunno del 1897 quando qualcuno cercò di recuperare con la forza il documento che si credeva ancora nelle sue mani. Gelis non ne divulgò il destino nemmeno durante i pesanti maltrattamenti che precedettero solo di poco il suo assassinio e la sua borsa, naturalmente, non conteneva più il documento cercato. Alfred, Sauniere, Boudet e non ultimo Rescanière, subiranno la vendetta lenta ma puntuale dei Narbonesi. Il documento (incompleto) attraverserà la rimanente storia lasciando dietro di se una scia incredibile di morti misteriose. Portato a Parigi da uno dei Superiori Sconosciuti più affascinanti della storia, Emma Calvè, il documento fu consegnato nelle mani di colui che si sarebbe incaricato di nascondere e criptare parte del contenuto nella costruzione più misteriosa del nuovo secolo: la Sagrada Famiglia di Barcellona. Gaudì stesso subì la feroce vendetta dei cavalieri del saio nero. Chi è il nuovo custode sa che nelle due chiese è racchiuso il segreto della Parola Perduta. Mal gliene incolga.

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